Essere Osso
di Alberto Macchi

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Sunto: Questo articolo raccoglie la pièce teatrale “Mestiere di Osso” di Alberto Macchi che, chissà, forse ricalca in qualche modo, un genere di teatro real-fantastico, grottesco, surreale, assurdo, metafi sico che ricorda quello di Karl Valentin, di Becket, di Jonesco, di Stefano Benni, di Adamov, di Mrożek. Un tale testo teatrale è stato scritto dall’autore allo scopo di divertire e commuovere nello stesso tempo, per far rifl ettere su certe condizioni umane … ed esso è strutturato in modo tale da poter essere rappresentato sia nei teatri tradizionali sia all’interno di spazi non convenzionali. Qui, i personaggi di Stasio (pianista, sottomesso al ricatto), di Tomek (attore, agli arresti domiciliari nel suo teatro), dell’autore stesso (drammaturgo, in esilio), vengono posti tutti e tre sullo stesso piano: tre artisti, come la gran parte degli artisti, ridotti sovente, più o meno, anche loro, in qualche forma, ad Ossi. Per quanto concerne la forma, quest’opera può defi nirsi un “Monologo Teatrale” oppure una “Lettera Teatrale” o, meglio, un “Melologo Teatrale”, in quanto certi suoi passaggi, che hanno un particolare accento emotivo, una volta in scena dovranno essere sottolineati da un adeguato accompagnamento musicale.

Abstract: This article collects the theatrical piece “Mestiere di Osso” by Alberto Macchi who, perhaps, traces in some way, a kind of real-fantastic, grotesque, surreal, absurd, metaphysical theater that recalls that of Karl Valentin, Becket, Jonesco, by Stefano Benni, by Adamov, by Mrożek. Such a theatrical text was written by the author in order to amuse and move at the same time, to refl ect on certain human conditions ... and it is structured in such a way that it can be represented both in traditional theaters and in non-space spaces. conventional. Here, the characters of Stasio (pianist, subject to blackmail), of Tomek (actor, under house arrest in his theater), of the author himself (playwright, in exile), are all placed on the same fl oor: three artists, like most of the artists, often reduced, more or less, they too, in some form, to Ossi. Regarding the form, this work can be defi ned as a “Theater Monologue” or a “Theatrical Letter” or, better, a “Theater Melologue”, as some of its passages, which have a particular emotional accent, must be staged once be underlined by an adequate musical accompaniment..

Alberto Macchi. Come regista di teatro si forma in seno all'”Avanguardia Teatrale Romana” e frequentando i laboratori di Lindsey Kemp, Judith Malina, Susan Stansberg, Ariane Mnouchkine, Alessandro Fersen, Jerzy Grotowski. Appassionato da sempre di teatro, di storia e di storia dell'arte, nel 1963 abbandona gli studi di Economia e Commercio all’Università “Sapienza” di Roma e va in giro per il mondo, per lavoro e per studio, scrivendo e pubblicando le sue prime poesie e commedie. Nel 1984 fonda, a Roma, il “Laboratorio Teatrale Permanente” insieme alla Compagnia "Teatro 84", sovvenzionata dal Ministero del turismo e dello spettacolo. Ha lavorato in Italia e all’estero, nel teatro, nel cinema e in televisione, nel mondo della lirica, della danza e della moda. Tiene seminari in molte scuole di teatro, laboratori per studenti universitari e corsi nelle scuole statali. È direttore artistico di eventi e mette in scena, oltre ai suoi testi, anche quelli di Pirandello, Petrolini, D'Annunzio, Kafka, Shakespeare, Ibsen, Wilde, Gogol', Poe, Sofocle, Plauto, Goldoni, Molière. È autore dei drammi: Śakiamuni Buddha, Celestino V, Cristoforo Colombo, L'Uomo Caravaggio, Cristina di Svezia, Cagliostro, Giacomo Casanova, Majakovskij, Bona Sforza, Poniatowski, Giorgio III Hanover, Grand Tour, Sarah Bernhardt e Eleonora Duse, Tommaso Marinetti, Don Bosco e Don Orione, Michele Arcangelo, Cesare Baronio. Oltre che a Roma e in Italia opera anche a Varsavia e in Polonia. Dal 2010 cura la rubrica "Italiani in Polonia nei secoli" su «Gazzetta Italia», il mensile di Varsavia edito in italiano e in polacco, ormai distribuito in tutta la Polonia. È socio dell'Associazione Amici delle Accademie di San Luca e dell'Arcadia, dell'Associazione Rievocazioni Storiche del '700 "Grand Tour A. R. S." a Roma; è membro del Consiglio Direttivo, con l'incarico di Direttore Artistico della Stowarzyszenie “Italiani in Polonia” e del Gruppo Ricostruzione Storica del '700 "Towarzystwo Stanisławowskie” a Varsavia. Sia in Italia che in Polonia dirige spettacoli teatrali ormai prevalentemente di argomento storico, andati in scena sia in teatri tradizionali (Teatro Centrale di Roma, Teatro Verdi di Lonigo/Vicenza, Teatro Nestor di Frosinone, Teatr Królewski di Łazienki a Varsavia) sia in luoghi di culto. Nel corso della sua carriera ha ricevuto premi e riconoscimenti vari, tra cui: Statuina di marmo “Pericle d'Oro” a Roma nel 1985, Medaglia d'oro “Foyer des Artistes” a Roma nel 1985, Targa d'argento “Club UNESCO” a Trapani nel 1992, Pergamena “IDAC Premio alla Carriera” a Paestum nel 2015.

ArteScienza Anno V, N.9 giugno 2018